Un po' museo un po' Show-Room, è questo che Firenze eredita da Stefano Bardini. Non un'ordinaria galleria ma un insieme di oggetti che messi insieme creano un’atmosfera difficilmente riscontrabile in altri ambienti. Un talento naturale per il restauro, per l'arte, per il bello. Una capacità innata di saper scovare opere d'arte. Quale miglior periodo per poterlo fare se non quello in cui ha vissuto. Gli anni in cui Firenze veniva tirata a lustro, una miniera, un infinità di preziosi di ogni genere erano lì a portata di mano, neanche una legge che regolamentasse i beni artistici, arriva solo nel 1902. Stefano, un grande antiquario, un grande manager che riesce ad entrare in contatto con i grandi direttori di Musei in tutte le parti del mondo: Isabella Stewart Gardner direttrice dell'omonimo museo a Boston di cui Bardini è il maggior fornitore, il direttore del museo di Berlino Wilhelm Von Bode, il conte Stroganoff di San Pietroburgo la Marchesa Rucellai e tantissimi altri ancora. Nel 1880 acquista il palazzo dalla famiglia dei Banchieri Mozzi un insieme di costruzioni di varie architetture fra cui la chiesa di San Gregorio alla Pace ed inizia il restauro paziente e minuzioso affinché ogni cosa possa trovare un’adeguata collocazione, ambienti sale decori e stucchi creati ad hoc per accogliere l'intera collezione un po' per essere venduta un po' per fare bella mostra di se....."Opere d'arte esposte ad arte" sapienti pastiche fanno bella mostra di se nelle sale dipinte del famoso Blu Bardini un colore speciale che fa risaltare dal bianco del marmo ai colori pastello, all'oro delle cornici. Alla fine del secolo diviene uno degli antiquari più famosi ma non presso i Fiorentini che lo ritengono un abile ed avido mercante non capendo il suo grande contributo nel diffondere l’arte rinascimentale Italiana in tutto il mondo. Lungimirante e precursore dei tempi inizia quello che oggi per noi è l'Ecommerce, fotografa tutti i pezzi e spedisce all'estero per invogliare i clienti a venire a Firenze per sceglierli di persona. Fotografa il restauro dei suoi pregiati pezzi per documentarne ogni fase come ancora nessuno a quei tempi ha iniziato a fare. Tanti a ragione l’hanno definito un genio. Il museo ad oggi raccoglie circa 2000 pezzi fra i quali alcuni sono considerate opere di grande valore: La Madonna della Mela e la Madonna dei Cordai di Donatello, il Diavolino del Gianbologna, il Porcellino di Pietro Tacca, San Michele Arcangelo di Antonio del Pollaiolo, la Carità di tino da Caimano, l’Atlante del Guercino e ancora pregiatissimi tappeti orientali, Cassoni in legno del 400 epoca prediletta da Bardini. Armi Scudi Elmi e tanti oggetti che raccontano l’arte della guerra. Muore nel 1922 lasciando a Firenze un immenso patrimonio, nel 1925 però il museo subisce un restauro, per mano dell’ architetto Lenzi, viene ridipinto in un insignificante col ocra e trasformato in Museo Civico. Fortunatamente però nel 1889 dopo lunghi studi si procede ad un nuovo e lunghissimo restauro che terminerà solo nel 2009 restituendolo ai fiorentini così come Bardini lo aveva lasciato.
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